la sfuggenza di Eva Laudace

12.04.2014 - Poems
Così Davide Rondoni definisce l’imprevedibilità di questa poetessa, che è anche ingegnere e fotografa. Due versi per riassumerla: “l’amore per me è un atto migratorio/ gentile si alza e se ne va”. E un’immagine: il mare.

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La poesia di Eva Laudace ha due anime, a riassumerle due bellissimi versi: “l’amore per me è un atto migratorio/ gentile si alza e se ne va”… una è proprio qui, spiegata al meglio, il gesto migratorio della poesia di Eva Laudace è un alzarsi in volo… come ogni volo fa un po’ di rumore all’inizio, ma poi ha un’armonia inimitabile. È quella screziatura imprevedibile che Davide Rondoni ha definito “sfuggenza” nella prefazione a questo suo primo libro uscito pochi mesi fa per La Vita Felice… la sfuggenza come qualcosa di mobile, inafferrabile proprio perché in movimento, fatto delle cose che hanno il bene supremo del poter cambiare. Per Eva Laudace anche la lingua ha dentro il mare, e nel suo ritmo anche i detriti possono prendere vita nuova, in una poesia che nel ritmo, quasi cantato, quasi teatrale, ha una delle sue caratteristiche. Eppure c’è anche l’altra anima, quella che rimane sulla sabbia quando l’onda si ritira, dura e precisa, proprio come il nitore perfetto di quei due versi. E se in questo suo esordio le due nature si avvicendano, nell’opera che sta componendo arrivano a toccarsi sempre di più, in una scrittura che nel suo muoversi e migrare sta trovando anche una sua solidità nuova. Eva Laudace non ha una tradizionale formazione letteraria, lei è ingegnere, e per di più fotografa… coglie luci e connessioni inaspettate… incrocia trasversalmente gli autori internazionali che ama con la poesia italiana, vede l’architettura, l’inquadratura, che tiene ogni cosa in equilibrio, e anche questo elemento di libertà e di serietà, è il quid della sua scrittura.
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qui le gentili parole di Isabella Leardini per HO UN LIBRO IN TESTA