non ho voluto aspettare un giorno in più dall’uscita di Borgo Sud (Einaudi editore)
Non ho voluto aspettare un giorno in più dall’uscita di Borgo Sud (Einaudi editore).
Mi sono ritirata sotto le lenzuola con cui ci si sposa, quelle che vengono usate una notte soltanto, in una casa abruzzese, la prima casa, scena di una infanzia abbandonata e lontanissima. Lo sguardo sempre più allungato dal sonno ma inclinato sul mare, come in quel tratto della ferrovia sulla costa adriatica.
Nel ritmo e nel fiato di un'altra ho trovato la radice di una storia prepotente e appassionata, il legame indissolubile di due donne scappate di casa, donne che sono a turno vento e riparo, e il sacrificio indomito di una madre per i suoi figli.
Queste qui sono le donne abruzzesi che ho conosciuto nella mia vita, le sorelle le madri le nonne, le zie le amiche, le donne in cui posso specchiarmi e non avere paura, le selvagge le fidate quelle di cui faccio parte.
Il mio maestro Davide direbbe che sono pochi i punti dove si tocca lo splendore del "niente" in una esistenza: alcuni amori veri, lo sguardo verso i propri figli, certi momenti in cui non si bara con Dio, e molto spesso – non sempre, purtroppo – il rapporto con il padre e con la madre.
Occorre forse seguire il proprio istinto e ad un certo punto riconciliarsi con la storia, se serve scusarsi con i morti.
Di nuovo oggi le parole sanno correre come cristalli luminosi per chi conosce la lingua dell’affetto ed è capace di aprire il cuore.
La maestria di Donatella Di Pietrantonio si riconferma in Borgo Sud, libro di cui consiglio assolutamente la lettura.
A lei vorrei chiedere se si fa davvero così presto a dimenticare ciò che è necessario per mantenerci vivi ma credo di poterne intuire la risposta.